lampade

Ritengo ci sia un impellente bisogno di gestire meglio il “tempo” da dedicare a Dio.

Gli elementi utilizzati da alcuni imperatori per tenere “buono” il popolo Romano, distraendolo dalle questioni politiche importanti furono: “Panem et Circenses” (Pane e giochi da circo ossia pane e divertimento inteso come “distrazione”).

E’ la stessa strategia che utilizza satana oggi per avere potere e per governare in questa generazione proponendo le più svariate distrazioni per tenere lontano grandi e bambini dalla lettura della Bibbia, per tenere lontano grandi e bambini dai valori spirituali, dalla preghiera, da quella comunione costante con Dio fatta essenzialmente di “Tempo”, fatta di silenzi, di meditazione, … insomma quel tempo che noi dovremmo recuperare per ascoltare lo Spirito Santo, per pregare, supplicare e per conoscere sempre più la sua volontà e “mettere olio nelle nostre lampade” !!!

Questa generazione, in particolare, è cresciutiìa in un epoca dai mille stimoli che portano alla DISTRAZIONE, siamo in un epoca dalle mille attività socio-ricreative, per non parlare dei sistemi tecnologici (smartphone, tv, Computer, tablet, notebook, social network, causa di ininterrotte notifiche sonore e visive che li tengono incollati agli schermi); sono tutte cose che portano a “non aver più tempo per fare altro”. Allora come reagire? Certamente non demonizzando tutto ciò, ma insegnando ai nostri giovani come gestire saggiamente il proprio TEMPO per “rifornire di olio le proprie Lampade!”

La mancanza di tempo da dedicare a Dio, li farà ammalare spiritualmente, sonnecchieranno spiritualmente e rischieranno, al ritorno di Cristo, di avere le “lampade vuote” e non potranno accogliere lo “Sposo” ed entrare con Lui alla festa delle nozze così come ci viene raccontato nella parabola delle "10 vergini" (Matteo 25) che, nelle giornate del campeggio “MSM 2019”, è stato lo spunto per analizzare insieme come trascorrere le nostre giornate, oltre a scuola e famiglia, e cercare di tracciare insieme una strategia per vincere le distrazioni e trascorrere più tempo a riempire le nostre lampade dell’olio della conoscenza della volontà di Dio per essere pronti al suo ritorno.  

gruppo

1264954218 chCode orme sulla sabbia

Se vediamo una caverna in mezzo al mare, pensiamo subito che sia stato il mare a formarla; se vediamo una ta­na, pensiamo che sia stato un animale selvatico; se vediamo una casa, pen­siamo che sia stato un uomo ad edifi­carla, non certo un animale o le forze della natura. Quando vediamo un es­sere vivente ci chiediamo chi può mai essere stato a dargli vita. In molti cre­dono che sia stato, non un altro essere umano, non un animale, ma le forze della natura, il caso.

Il caso che non riesce a costruire una tana o una casa o un aereo, ha potuto costruire gli esseri viventi: ma questa che cosa è, scienza o pazzia?

Gli indizi da soli non sono prove, ma se essi sono coerenti con una lo­gi­ca evidente, allora si che possono esse­re accettati come prove valide. E' la scienza della natura che ci fa notare l'esistenza di una scala di complessità, è la scienza della natura che ci dimo­stra come dalla complessità della cosa costruita o dall'essere generato, si possa stabilire la complessità del co­struttore o del generatore.

In natura, ciò che viene costruito è più semplice del suo costruttore e ciò che viene generato è allo stesso livello di complessità.

Ora le leggi che regolano l'uni­verso, gli esseri viventi che pullulano questo universo ... e il DNA o gli RNA meritano di essere attribuite ad un “costruttore” più complesso dell'uomo; per non parlare del caso, il quale ciò che fa ora, poco dopo lo disfa. Altrimenti fi­niamo col credere alle favole come quella che volevano insegnarmi a scuola: Il Coacervo (cellula primor­diale) 'decise' che era bene 'dividersi' e da allora tutti i coacervi si 'divisero' e sempre in più parti e divennero esseri pluricellulari, ecc.

L'uomo, dopo tanti secoli di studi, non ha ancora capito come la cellula vivente 'decide di dividersi', un sem­plice complesso inorganico lo capì e lo attuò! Cosa si riesce a dire per rifiu­tare di credere in Dio: si giunge ad af­fermare che l'uomo è più stupido ed incapace di una semplice 'cosa'.

Si, la natura e l'universo intero danno una prova dell'esistenza di Dio.

Essi contengono le orme che Dio ha lasciato di sé stesso.

C'è da aggiungere, comunque, che le orme, gli indizi, i segni ci indicano la realtà, ma non ce la spiegano in modo completo. Dio, pur sapendo di aver la­sciato sufficienti indizi della Sua esi­stenza, ha voluto farsi conoscere in modo più completo ed ha parlato all'uomo fin da quando l'ha formato. Gli uomini a cui Egli ha parlato hanno lasciato un segno visibile ed eterno, la Bibbia. Essa é stata scritta dagli uomini e per gli uomini, ma Dio ne ha guidato la stesura, dato che era di Lui che in essa si doveva parlare.

Leggila e potrai conoscere l'es­sere più potente che esista: Il Crea­tore di questo sconfinato universo.

Leggila e capirai i segni della speranza da Lui concessa: la resurrezione dalla morte e la vita eterna.

Leggila e finirai per studiarla. Studiala, e finirai per amarla. Amala, e finirai per credere, per­ché è la verità, e la verità convince.

Gianpaolo Lavermicocca

AMOS  é uno dei dodici cosiddetti "profeti minori". "Minori" non nel senso che siano meno importanti degli altri, ma perché abbiamo di loro soltanto degli scritti più brevi. Dalle parole del profeta AMOS, infatti, si possono trarre degli utili insegna­menti che fanno riflettere sulla nostra personale condotta di vita.

Il profeta AMOS é ritenuto il primo ed il più antico dei profeti che ci abbiano lasciato uno scritto delle loro profezie. Per rari pregi di forma e di sostanza il libro di AMOS é senz'altro degno di stare in testa all'inestimabile e ricca letteratura profetica. Aggiunge inoltre molto valore ai suoi scritti l'umile origine di questo profeta.

Le notizie biografiche di quest'uomo e l'epoca nella quale svolse la sua missione profetica, le possiamo desumere dal primo versetto del suo stesso libro.

Pecoraio di Tekoa (borgata ad 8 Km a Sud di Betlemme, ai limiti del deserto di Giuda), si guadagnava la vita con l'allevamento del gregge e con la coltivazione di si­comori, come ci informa lui stesso al cap. 7 v. 14.

Visse ai tempi di Ozia, re di Giuda, e di Geroboamo II°, re di Israele. Iniziò la sua missione due anni prima di un terremoto che funestò il regno di Giuda.

Per comprendere meglio lo spirito ed il contenuto del messaggio di AMOS, bi­sogna inquadrare un po' il periodo storico in cui visse ed operò. Dopo i regni di Saul, di Davide e di Salomone, la Palestina venne divisa in due regni: a Nord il regno di Israele e a Sud il regno di Giuda. Vari re si alternarono in questi due regni, alcuni si comportarono bene, altri invece gettarono il paese nell'idolatria.

TestataArca

Tra gli eventi che nell’Antico Testamento prefigurano le verità rivelate nel Nuovo Testamento, spicca certamente la vicenda di Noè e della sua salvezza speciale. Noè viene ricordato per primo negli esempi di fede riportati al capitolo 11 della lettera agli Ebrei al versetto 7: “Per fede Noè, avvertito divinamente di cose che ancora non si vedevano e mosso da santo timore, preparò per la salvezza della sua famiglia l’arca, mediante la quale condannò il mondo e divenne erede della giustizia che si ottiene mediante la fede”. Gesù stesso richiamò l’attenzione dei contemporanei sulla vicenda del diluvio, per significare che la situazione dei tempi del patriarca era rimasta praticamente inalterata, e l’umanità sembra dimenticare ogni volta le grandi lezioni che Dio ha voluto dare nella storia. In Matteo 24, 37-39 Gesù paragona i tempi del diluvio con quelli della sua seconda venuta: “Ma come fu ai giorni di Noè, così sarà anche alla venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio, le persone mangiavano, bevevano, si sposavano ed erano date in moglie, fino a quando Noè entrò nell’arca; e non si avvidero di nulla, finché venne il diluvio e li portò via tutti; così sarà pure alla venuta del Figlio dell’uomo”.

Siamo salvati per fede o per opere?

Già per sé stessi gli esempi di fede che ci vengono ricordati dall’autore della lettera agli Ebrei non dovrebbero lasciarci alcun dubbio sul fatto che la fede non può essere limitata ad una pura e semplice adesione intellettuale. Tuttavia nel cosiddetto “mondo religioso” sono state avanzate a tal proposito numerose ipotesi che possiamo riassumere in due posizioni principali:

  • Alcuni affermano che l’uomo può essere salvato per le sue buone opere. Più si compiono queste opere buone, più si acquistano “punti” per arrivare alla salvezza Quanti infatti a cui parliamo di redenzione mediante la fede in Cristo, ci rispondono che loro sono buoni, non fanno del male ad alcuno, anzi, quando possono fanno anche del bene. Perché mai allora – essi dicono – Dio dovrebbe essere così cattivo da condannarci?
  • Altri, invece, in netto contrasto con questa posizione, affermano che noi possiamo essere salvati soltanto mediante la fede in Cristo.